I coloranti a uso alimentare sono una classe di additivi che, aggiunti al prodotto, gli conferiscono colore.[1][3]
Spesso gli alimenti vanno naturalmente incontro a variazioni di colore causate dall’esposizione all’aria, alla luce, all’umidità o dovute alla temperatura. L’utilizzo dei coloranti alimentari è quindi conseguente alla necessità di:
- migliorare i naturali colori del prodotto;
- colorare il prodotto in modo differente;
- colorare un prodotto altrimenti incolore.[3]
L’aggiunta dei coloranti ha quindi lo scopo di migliora l’aspetto degli alimenti e, a fini commerciali, concorre a incentivarne l’acquisto da parte del consumatore.
Insieme ai dolcificanti e agli stabilizzanti sono gli additivi alimentari più utilizzati a livello casalingo.
Indice
Scopo del colorante alimentare
I coloranti sono aggiunti a molti alimenti, quali formaggi, bevande, snack, caramelle, marmellate, e grassi da condimento come il burro e la margarina.
Dal punto di vista commerciale concorrono a incentivare l’acquisto del prodotto, rendendolo più attraente, appetibili o identificabile per il consumatore. Il colore sembra addirittura essere, tra i segnali sensoriali, il più importante.[7]
Le scelte dei consumatori sono spesso influenzate anche dalla loro idea di quale dovrebbe essere il colore “naturale” del prodotto. Un esempio sono le ciliegie candite, il cui colore naturale è il beige, ma che vengono colorate di rosso, utilizzando l’eritrosina (E127) o rosso cocciniglia A (E124), perché quello è il colore che il consumatore ritiene naturale per quel prodotto.
I coloranti sono utilizzati anche in ambito medico, dove aiutano a rendere i farmaci identificabili a vista.
Coloranti naturali e artificiali
Al pari degli altri additivi alimentari, i coloranti possono essere estratti da fonti naturali o derivare da processi di sintesi chimica.
Tra i coloranti di origine naturale si possono distinguere quelli di origine vegetale e animale.
Esempi di coloranti di origine vegetale sono il licopene (E160d), la luteina (E161b ) e il beta-carotene (E160a(ii)), tutti appartenenti alla famiglia dei carotenoidi. Anche alcuni antociani (E163), che sono gli unici flavonoidi dotati di colore, e le clorofille sono coloranti a uso alimentare di derivazione vegetale.[5]
Un esempio di colorante di derivazione animale è l’acido carminico (E120), o più precisamente il suo sale d’alluminio. L’acido carminico viene estratto dalla cocciniglia (Dactylopius coccus), che sembra utilizzarlo come deterrente visivo secreto quando attaccata da un predatore.[2][4]
Infine un esempio di colorante artificiale è il rosso Allura AC (E129), inizialmente utilizzato come sostituto dell’amaranto (E123).[6]
Esempi di coloranti
Di seguito una rassegna di alcuni tra i coloranti inclusi nell’elenco degli additivi alimentari la cui utilizzazione è stata autorizzata nella Comunità Europea in base al regolamento 1129/2011 della Commissione Europea pubblicato l’11 novembre 2011. Questo elenco è una modifica dell’allegato II del regolamento (CE) n. 1333/2008 del Parlamento Europeo, ed è stato a sua volta modificato nel 2013.[1]
Colori giallo e arancio | |
E100 | Curcumina |
E101 | (i) Riboflavina, (ii) riboflavina-5′-fosfato (vitamina B2) |
E102 | Tartrazina (= FD&C Giallo no. 5) |
E104 | Giallo di chinolina |
E110 | Giallo tramonto FCF; giallo arancio (= FD&C Giallo no. 6) |
Colore rosso | |
E120 | Cocciniglia; acido carminico; vari tipi di carminio |
E122 | Azorubina; carmoisina |
E123 | Amaranto |
E124 | Ponceau 4R; rosso cocciniglia A |
E127 | Eritrosina (= FD&C Rosso no. 3) |
E129 | Rosso allura (= FD&C Rosso no. 40) |
Colore blu | |
E131 | Blu patentato V |
E132 | Indigotina, carminio d’indaco (= FD&C Blu no. 2) |
E133 | Blu brillante FCF (= FD&C Blue no. 1) |
Colore verde | |
E140 | Clorofille e clorofilline: (i) clorofille, (ii) clorofilline (il colore verde naturale delle foglie) |
E141 | Complessi delle clorofille e delle clorofilline con rame |
E142 | Verde S |
Colori marrone e nero | |
E150a | Caramello semplice |
E150b | Caramello solfito-caustico |
E150c | Caramello ammoniacale |
E150d | Caramello solfito-ammoniacale |
E151 | Nero brillante BN; nero PN |
E153 | Carbone vegetale |
E155 | Bruno HT |
Carotenoidi | |
E160a | Caroteni: (i) caroteni misti, (ii) beta-carotene |
E160b | Annatto, bixina, norbissina |
E160c | Estratto di paprica, capsantina, capsorubina |
E160d | Licopene |
E160e | trans-beta-apo-8′-carotenale (C30) |
E160f | Estere etilico dell’acido beta-apo-8′-carotenoico (C30) |
Altri coloranti vegetali | |
E161b | Luteina |
E161c | Beta-criptoxantina |
E161g | Cantaxantina |
E162 | Rosso di barbabietola, betanina |
E163 | Antociani |
Altri composti utilizzati come coloranti | |
E170 | Carbonato di calcio |
E171 | Biossido di titanio |
E172 | Ossidi e idrossidi di ferro |
E173 | Alluminio |
E174 | Argento |
E175 | Oro |
E180 | Litolrubino BK |
FD&C USA; abbreviazione per colori sintetici autorizzati per l’utilizzo negli alimenti, farmaci e cosmetici. |
Bibliografia
- ^ a b Commission Regulation (EU) No 1129/2011 of 11 November 2011 amending Annex II to Regulation (EC) No 1333/2008 of the European Parliament and of the Council by establishing a Union list of food additives. https://eur-lex.europa.eu/eli/reg/2011/1129/2013-11-21
- ^ Deveoglu O. A review on cochineal (Dactylopius Coccus Costa) dye. Res J Recent Sci 2020;9(3):37-43
- ^ a b EFSA: Food colours. Last reviewed date: 18 January 2024. https://www.efsa.europa.eu/en/topics/topic/food-colours
- ^ Eisner T., Nowicki S., Goetz M., Meinwald J. Red cochineal dye (carminic acid): its role in nature. Science 1980;208(4447):1039-42. doi:10.1126/science.208.4447.1039
- ^ Gebhardt B., Sperl R., Carle R., Müller-Maatsch J. Assessing the sustainability of natural and artificial food colorants. J Clean Prod 2020;260;120884. doi:10.1016/j.jclepro.2020.120884
- ^ “Human Metabolome Database: Showing metabocard for Allura red AC (HMDB0032884)”. Human Metabolome Database. 11 September 2012. Retrieved 22 November 2022.
- ^ Piqueras-Fiszman B. and Spence C. Sensory expectations based on product-extrinsic food cues: an interdisciplinary review of the empirical evidence and theoretical accounts. Food Qual 2015;40(Part A):165-179. doi:10.1016/j.foodqual.2014.09.013