Gli emulsionanti sono additivi che possono essere aggiunti ad alimenti lavorati per migliorarne la stabilità, la consistenza o durata di conservazione.[2][3][9]
Dal punto di vista chimico sono tensioattivi, ossia molecole anfipatiche, che come tali presentano una regione idrofila e una idrofoba.[9]
Esistono oltre 60 differenti emulsionanti, e tra gli additivi, sono tra quelli più comunemente utilizzati nell’industria alimentare.[13]
Sono identificati, come gli altri additivi alimentari, oltre che dal proprio nome, anche dal sistema di numerazione E, dove E sta per Europa.[8][14]
La sicurezza degli additivi alimentari, e quindi anche degli emulsionanti, è valutata dalle autorità competenti sulla base della letteratura scientifica disponibile al momento della valutazione.[6] Ricerche recenti hanno evidenziato come siano auspicabili ulteriori valutazioni riguardo alla sicurezza dell’assunzioni a lungo termine di alcuni emulsionanti, essendo emerse correlazioni positive tra la loro assunzione e l’insorgenza di malattie cardiovascolari e della malattia infiammatoria intestinale.[1][14]
Indice
- Cosa sono gli emulsionanti?
- A cosa servono?
- Emulsionanti naturali e artificiali
- Effetti sulla salute
- Bibliografia
Cosa sono gli emulsionanti?
Gli emulsionanti sono tensioattivi, ossia sono molecole in grado di ridurre la tensione superficiale di un liquido, favorendo la miscibilità tra liquidi differenti o la bagnabilità delle superfici.
Sono molecole anfipatiche, anche dette anfifiliche, ossia molecole che presentano una regione idrofila, solubile in acqua, e che è caratterizzata dalla presenza di gruppi polari, come gruppi idrossilici e carbossilici, e una regione lipofila, solubile nei lipidi e caratterizzata dalla presenza di gruppi non polari, come gruppi metilici, ponti metilene o anelli benzenici.[2]
Altri esempi di molecole anfipatiche sono i fosfolipidi, tra i principali componenti delle membrane cellulari, e i sali biliari, essenziali nel processo di digestione dei lipidi che avviene nell’intestino tenue.[10]
A cosa servono?
Gli emulsionanti svolgono molteplici funzioni.
Permettono la formazione di miscele stabili tra fluidi immiscibili, prevenendo la separazione tra la fase acquosa e quella grassa. Inoltre, prevenendo la separazione tra le fasi acquosa e grassa dell’alimento, ne allungano la durata di conservazione e ne migliorano l’aspetto e la consistenza.[1][13]
Gli emulsionanti sono anche in grado di interagire con componenti degli alimenti quali proteine, carboidrati, ioni e acqua, influenzando altre proprietà del prodotto. Nella lavorazione dei latticini, possono sostituirsi alle proteine nelle interfacce aria/acqua e grasso/acqua, modificando le proprietà e la stabilità dell’alimento.[9] Nel pane e altri prodotti da forno possono concorrere al miglioramento del volume, della struttura della mollica, e rallentano la retrogradazione dell’amido, ossia, nel caso ad esempio del pane, ne rallentano il raffermamento.[2][9] Nel cioccolato migliorano proprietà reologiche come la deformabilità e viscosità, e prevengono quello che viene definito in inglese “fat blooming”, ossia affioramento in superficie dei trigliceridi cristallizzati del burro di cacao, quindi del grasso.[2][15]
Gli emulsionanti più utilizzati includono:
- le lecitine, presenti in molti tipi di cioccolato;
- i monogliceridi e i digliceridi degli acidi grassi (E471), utilizzati ad esempio nei gelati;
- la gomma di guar (E412), aggiunta a prodotti a base di latticini;
- la carragenina (E407), aggiunta a gelati e dessert congelati, al latte aromatizzato e al caffè freddo;
- la gomma di xantano (E415), presente ad esempio nella maionese;
- i differenti tipi di cellulose, da E460 a E469, presenti, fra gli altri, negli integratori alimentari e vitaminici;
- i polisorbati, da E432 a E436, aggiunti a prodotti quali la glassa, lo sciroppo di cioccolato, il gelato, le miscele per torte e oli commestibili.[1][4][7][11]
Emulsionanti naturali e artificiali
Gli emulsionanti, al pari di altri additivi alimentari, possono essere di origine naturale, sia animale che vegetale, o artificiale. Tra gli emulsionanti di origine naturale ci sono le lecitine (E322), l’agar-agar (E406), la gomma di guar (E412) e le pectine. Esempi di emulsionanti di sintesi sono i polisorbati, derivati dal sorbitano polietossilato coniugato con acidi grassi come l’acido laurico, l’acido palmitico, l’acido oleico o l’acido stearico.[9]
Diversi emulsionati sono invece derivati da modifiche chimiche di molecole di origine naturale, modifiche che alterano le proprietà della molecola di partenza. Esempi sono gli esteri di saccarosio degli acidi grassi (E473) o i sucrogliceridi (E474).[11]
Effetti sulla salute
Studi condotti in vitro, su topi, nonché studi su popolazione, hanno evidenziato che alcuni emulsionanti potrebbero avere effetti avversi a livello gastrointestinale e cardiocircolatorio.
Il consumo di alimenti processati contenenti emulsionanti è tra i fattori che sembrano favorire lo sviluppo della malattia infiammatoria intestinale.[1] Tra i meccanismi proposti ci sono modifiche a carico del microbiota intestinale e/o alterazioni della funzione di barriera della mucosa intestinale che permetterebbero il passaggio di batteri e il conseguente aumento dell’esposizione agli antigeni.[5][11][12]
Uno studio prospettico di coorte ha invece evidenziato una correlazione positiva tra elevate assunzioni di cellulose e di monogliceridi e digliceridi degli acidi grassi con, rispettivamente, il rischio di malattia coronarica e malattia cerebrovascolare.[14]
Bibliografia
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