L’acido arachidonico o ARA o 20:4n-6 è un acido grasso polinsaturo a 20 atomi di carbonio e 4 doppi legami cis in posizione 5, 8, 11, e 14. Poiché il primo doppio legame, rispetto all’estremità metilica, è in posizione 6, la molecola appartiene al gruppo degli acidi grassi polinsaturi omega-6 o acidi grassi omega-6.
Al pari dell’acido eicosapentaenoico o EPA o 20:5n-3 e dell’acido acido docosaesaenoico o DHA o 22:6n-3, due acidi grassi polinsaturi omega-3, anche l’acido arachidonico è un acido grasso polinsaturo a catena lunga o LC-PUFA.
E’ presente principalmente nelle membrane cellulari esterificato nei fosfolipidi, dunque, come EPA e DHA, è un componente strutturale delle membrane stesse. Percentualmente i valori più alti si trovano nei fosfolipidi delle piastrine.
Gli animali sono in grado di sintetizzare l’acido arachidonico a partire dell’acido linoleico o LA o 18:2n-6, il capostipite della famiglia degli acidi grassi polinsaturi omega-6, e, con l’acido alfa-linolenico o ALA o 18:3n-3, uno dei due acidi grassi essenziali per gli animali. In caso di carenza con l’alimentazione dell’acido linoleico tutti gli altri acidi grassi polinsaturi omega-6, ARA compreso, risultano essenziali, e sono per questo definiti semiessenziali.
La via di sintesi che porta ad ARA e oltre, sino al 22:5n6, utilizza un pool di desaturasi ed elongasi in comune alla via di sintesi degli acidi grassi polinsaturi omega-3, omega-7 e omega-9. La competizione per questo pool di enzimi sembrerebbe favorire gli omega-3, sebbene risulti prevalente la sintesi degli acidi grassi polinsaturi omega-6 grazie al maggior apporto di acido linoleico con l’alimentazione.
L’acido arachidonico è il precursore di numerosi mediatori lipidici bioattivi, molecole alla base di molti degli effetti funzionali attribuiti alla molecola. Un esempio sono gli eicosanoidi, ossia leucotrieni, prostaglandine, prostacicline e trombossani, alcuni con attività proinfiammatoria e altri con attività antinfiammatoria.
Nell’alimentazione umana le principali fonti sono le uova, la carne e il pesce.
CARATTERISTICHE, PROPRIETA’ CHIMICO-FISICHE, NOME IUPAC
Peso molecolare: 304,467 g/mol
Formula molecolare: C20H32O2
Punto di fusione: -49,5 °C (-57,1 °F; 223,6 K)
Punto di ebollizione: 170 °C (338 °F; 443,1 K) a 0,15 mm Hg
Nome IUPAC:(5Z,8Z,11Z,14Z)-icosa-5,8,11,14-tetraenoic acid
Numero CAS: 506-32-1
PubChem: 444899
European Community (EC) Number: 208-033-4
Indice
- Sintesi
- Distribuzione cellulare
- Derivati
- L’acido arachidonico fa male?
- Fonti alimentari
- Bibliografia
Sintesi
L’acido arachidonico può essere sintetizzato a partire da precursori endogeni, in particolare dall’acido linoleico, il principale acido grasso polinsaturo presente nella dieta occidentale.
La sua sintesi, che avviene a livello del reticolo endoplasmatico, si compone di cinque reazioni, di cui due di desaturazione e una di allungamento.
Nella prima tappa della via metabolica l’acido linoleico viene attivato a seguito del legame con il coenzima A o CoA-SH. La reazione è catalizzata da una acil-CoA sintetasi per acidi grassi a catena lunga (EC 6.2.1.3), con spesa di una molecola di ATP.
Acido linoleico + ATP + CoA ⇄ Linoleil-CoA + AMP + PPi
Il linoleil-CoA è desaturato a dare il gamma-linolenil-CoA. La reazione è catalizzata dalla delta-6 desaturasi (EC 1.14.19.3). L’enzima possiede un dominio citocromo b5 che funge da donatore di elettroni, e introduce un doppio legame cis in posizione 6, dall’estremità carbossilica degli acil-CoA.
Linoleil-CoA + O2+ [Fe(II)-citocromo b5] + H+ ⇄ gamma-Linolenil-CoA + [Fe(III)-citocromo b5] + H2O
La delta-6 desaturasi è l’enzima limitante dell’intera via e la sua attività è influenzata da deficienze nutrizionali e processi infiammatori.
Il gamma-linolenil-CoA viene allungato di due atomi di carbonio, ossia un gruppo acetilico, ceduto dal malonil-CoA, a dare il diomo-gamma-linoleil-CoA. La reazione è catalizzata dalla elongasi 5 (EC 2.3.1.199).
gamma-Linolenil-CoA + Malonil-CoA + H+ ⇄ Diomo-gamma-linoleil-CoA + CO2 + CoA-SH
Il diomo-gamma-linoleil-CoA viene desaturato a dare arachidonoil-CoA. La reazione è catalizzata dalla delta-5 desaturasi (EC 1.14.19.44). Al pari della delta-6 desaturasi l’enzima possiede un dominio citocromo b5 che funge da donatore di elettroni, e introduce un doppio legame cis in posizione 5 in acil-CoA che presentano un doppio legame in posizione 8 dall’estremità carbossilica.
Diomo-gamma-linoleil-CoA + O2 + [Fe(II)-citocromo b5] + H+ ⇄ Arachidonoil-CoA + [Fe(III)- citocromo b5] + H2O
L’enzima sembra essere potenzialmente limitante in caso di supplementazione con acido gamma-linolenico, tanto che la maggior parte dell’acido diomo-gamma-linolenico prodotto si inserisce in posizione sn-2 dei fosfolipidi, al pari dell’acido arachidonico. La sua attività è influenzata da fattori nutrizionali e ambientali.
Nell’ultima tappa il legame tioestere dell’arachidonoil-CoA viene idrolizzato con liberazione di acido arachidonico. La reazione è catalizzata da una acil-CoA idrolasi (EC 3.1.2.20).
Arachidonoil-CoA + H2O ⇄ Acido arachidonico + CoA-SH
Basandosi su esperimenti condotti su modelli animali, è stato supposto che anche nell’uomo un aumento dell’assunzione di acido linoleico potesse incrementare la sintesi dell’acido arachidonico. Da ciò sono conseguite raccomandazioni sulla limitazione della sua assunzione per ridurre i livelli tissutali di ARA (vedi sotto).
Tuttavia è stato dimostrato che non esiste un effetto dose-risposta tra l’assunzione di acido linoleico e i livelli tissutali di ARA in soggetti che consumino una dieta di tipo occidentale. Questi risultati sono supportati anche dall’osservazione che, negli adulti, il tasso di conversione dell’acido linoleico plasmatico/sierico in ARA è molto basso, essendo compreso tra lo 0,3% e lo 0,6%. Ma perché? Sembrerebbe che il fattore limitante non sia la saturazione tissutale di ARA, ma la reazione catalizzata dalla delta-6 desaturasi, poiché ad esempio i livelli di ARA nei fosfolipidi del sangue aumentano a seguito di somministrazione di acido gamma-linolenico e di ARA stesso.
Distribuzione cellulare
Le cellule e i tessuti dei mammiferi sono ricchi di ARA, presente soprattutto nei loro fosfolipidi, in genere esterificato in posizione sn-2. L’acido arachidonico è senza dubbio è il più importante tra gli acidi grassi insaturi presenti nelle membrane cellulari.
Negli adulti che seguano una dieta di tipo occidentale il suo contenuto varia a seconda del tipo di cellule. Percentualmente il valore più alto si osserva nelle piastrine, dove costituisce circa il 25% degli acidi grassi dei fosfolipidi. Valori via via decrescenti si ritrovano nelle cellule mononucleate, 22%, nel fegato, 20%, negli eritrociti e nel muscolo scheletrico, 17%, nei neutrofili, 15%, e nel muscolo cardiaco, 9%.
Derivati
L’analisi del metaboloma dell’acido arachidonico evidenzia la presenza di una ampia costellazione di derivati, quali acidi grassi polinsaturi con livelli di insaturazione maggiori e catena carboniosa più lunga, come anche numerosi mediatori lipidici bioattivi, alcuni dotati di attività proinfiammatoria, altri di attività antinfiammatoria o in grado di promuovere la risoluzione degli insulti infiammatori.
Appartengono al gruppo dei mediatori lipidici bioattivi numerose molecole differenti, quali ad esempio i ligandi per i recettori degli endocannabinoidi, come l’anandamide e il 2-arachidonoilglicerolo, i derivati nitrati dell’acido arachidonico, che sono molecole di segnalazione infiammatoria e vascolare, ma soprattutto gli eicosanoidi.
Eicosanoidi
Gli eicosanoidi, potenti mediatori ad azione autocrina e paracrina, sono un gruppo di acidi grassi ossigenati a 20 atomi di carbonio, il cui principale precursore è l’acido arachidonico. Altri precursori sono l’acido diomo-gamma-linolenico, l’EPA e il DHA.
La loro sintesi, come quella degli altri lipidi bioattivi derivanti dall’acido arachidonico è preceduta dal suo rilascio dai fosfolipidi di membrana in una reazione catalizzata dalla fosfolipasi A2 (EC 3.1.1.4). Una seconda via di rilascio di ARA, minoritaria, è rappresentata dalla sua liberazione, via idrolisi, dal diacilglicerolo o DAG, in una reazione catalizzata dalla DAG lipasi (EC 3.1.1.-).
Le vie che dall’acido arachidonico portano alla sintesi degli eicosanoidi sono conosciute come “cascata dell’arachidonato”, ed è possibile individuarvi tre vie principali, che prendono il nome dall’enzima che catalizza la prima reazione di ogni via.
- La via della ciclossigenasi, in cui la prima reazione è catalizzata dalla prostaglandina-endoperossido sintasi o ciclossigenasi (E.C. 1.14.99.1).
L’enzima è presente in due forme isoenzimatiche indicate come ciclossigenasi 1 e 2 o COX-1 e COX-2.
COX-1 è l’isoenzima costitutivo presente nella maggior parte delle cellule, tranne i globuli rossi.
COX-2 è l’isoenzima inducibile. L’enzima è espresso in modo costitutivo e in assenza di infiammazione in tessuti e organi quali l’epitelio gastrico, il cuore, il rene, il sistema vascolare e il cervello, mentre può essere indotto da stimoli infiammatori in cellule quali le cellule epiteliali, i globuli bianchi e le cellule muscolari lisce.
Questa via porta alla sintesi di diverse prostaglandine (PG) della serie 2, e i loro derivati trombossani (TX), anch’essi della serie due, cosiddetti per la presenza nella loro struttura di due doppi legami carbonio-carbonio.
Alcune di queste molecole sono dotate di attività proinfiammatoria, come la prostaglandina E2 o PGE2, altre antiinfiammatoria, come il trombossano A2 o TXA2. - La via della lipossigenasi, in cui la prima reazione è catalizzata dalla arachidonato 5-lipossigenasi o 5-LOX (EC 1.13.11.34), e che porta alla formazione dell’acido 5-idroperossieicosatetraenoico o 5-HPETE.
Attraverso questa via sono sintetizzati leucotrieni (LT) della serie 4, cosiddetti per la presenza nella loro struttura di quattro doppi legami carbonio-carbonio. Sono molecole dotate di attività proinfiammatoria, come il leucotriene B4 o LTB4. Dai leucotrieni della serie 4 possono derivare le lipossine (LX), eicosanoidi con attività antinfiammatorie, come la lipossina A4 o LXA4 e la lipossina B4 o LXB4. - La via della epossigenasi, in cui la prima reazione è catalizzata da una delle citocromo P450 epossigenasi.
Questa via porta alla formazione di acidi epossieicosatrienoici o EET, molecole con attività vasorilassante, effetti profibrinolitici come anche effetti antiinfiammatori. In vivo, gli EET sono rapidamente metabolizzati in acidi diidrossieicosatrienoici o DHET, in reazioni catalizzate dalla epossi idrolasi solubile. I DHET sono molecole metabolicamente meno attive degli EET.
Sono raggruppate in questa via metabolica anche altre due serie di reazioni iniziate da altre citocromo P450 ossidasi a funzione mista, cui appartengono enzimi in grado di portare alla formazione di acidi idrossieicosatetraenoici o HETE, alcuni dei quali sono epimeri dei prodotti formati dalla lipossigenasi, e acidi monoidrossieicosatetraenoici omega-ossidati.
Acidi grassi polinsaturi derivati
L’acido arachidonico può essere convertito in 22:5n-6, attraverso quattro reazioni, di cui le prime tre avvengono nel reticolo endoplasmatico, mentre l’ultima nei perossisomi.
- Nella prima reazione si verifica il suo allungamento, nella reazione catalizzata dalla elongasi 2 o Elovl2 o dalla elongasi 5 o Elovl5 (per entrambe EC 2.3.1.199), a dare l’acido adrenico o 22:4n-6.
- L’acido adrenico è allungato, nella reazione catalizzata dalla elongasi 2, a dare il 24:4n-6.
- Il 24:4n-6 è desaturato, nella reazione catalizzata dalla delta-6 desaturasi, a dare il 24:5n-6.
- Nell’ultimo passaggio, il 24:5n-6 è soggetto a beta-ossidazione perossisomiale, a dare il 22:5n-6.
L’acido arachidonico fa male?
L’idea che l’acido arachidonico sia pericoloso deriva dal fatto che:
- diversi tra i suoi derivati sono coinvolti in molte patologie avendo azione proinfiammatoria;
- lo stesso acido arachidonico in forma libera è un potente aggregante piastrinico, un immunosoppressore, e induce risposte infiammatorie;
- gli effetti salutari degli acidi grassi polinsaturi omega-3 frequentemente coinvolgono un “antagonismo” con ARA: spesso infatti lo sostituiscono in parte nei fosfolipidi di membrana e ne inibiscono il metabolismo a eicosanoidi;
- uno studio pubblicato nel 1975, in cui venivano somministrati a volontari sani 6 g/die di ARA, fu interrotto a causa di un aumento drammatico ex vivo dell’aggregazione piastrinica, un evento protrombotico.
Va però sottolineato che spesso gli effetti sopracitati sono stati osservati solo in certi tessuti o cellule e in condizioni non fisiologiche, come lo studio del 1975, per cui tali effetti, come la loro efficacia in condizioni fisiologiche rimangono da definire.
Di contro, in soggetti che assumevano 1,5 g/die di acido arachidonico non sono state evidenziate variazioni nei marker dell’infiammazione, su una serie di funzioni immunitarie, ne sulla reattività piastrinica o il tempo di sanguinamento. Tutto questo indica che una sua assunzione fino a 1,5 g/die in soggetti adulti sani non sembra avere effetti avversi.
Infine va sottolineato che ARA, quando presente in combinazione con DHA nelle formulazioni per i neonati, si associa a una miglior crescita e sviluppo, e nei prematuri all’ottenimento di uno sviluppo immunologico simile a quello dei bimbi allattati al seno, riducendo anche il rischio di enterocolite necrotizzante. Tutto ciò suggerisce un suo ruolo importante nella normale crescita e sviluppo dei neonati.
Fonti alimentari
Nella dieta dell’uomo fonti importanti sono le carni, le uova e il pesce.
Nelle carni è presente sia nei tagli magri, dove è concentrato nei fosfolipidi di membrana, che nel grasso visibile. Particolarmente ricco risulta essere il grasso del maiale, ad esempio circa 11 mg/g nel lardo, mentre tra i tagli magri i più ricchi sono quelli dell’anatra. Le carni, sia tagli magri che grassi, con le quantità minori sono quelle di manzo e agnello.
Tra i pesci si ricordano ad esempio il tonno e il salmone, con circa 3 mg/g , e le aringhe, con 0,4 mg/g. L’assunzione media giornaliera in un adulto che segua una dieta occidentale è stata stimata essere compresa tra 50 e 300 mg.
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